“In che cosa consiste l’atto del raccontare ? Mi sembra una permanente azione di retroguardia contro la volgarità e la stupidità. I racconti sono una dichiarazione permanente del vissuto in un mondo sordo. E questo non cambia. Ma un’altra cosa che non cambia è il fatto che di tanto in tanto si verificano dei miracoli. E noi conosciamo i miracoli grazie ai racconti (J. Berger). Gianni Minà intervistava i fuoriclasse, perchè ne faceva parte anche lui, e una delle sue frasi era “non si rubano pezzi di intimità a una persona solo per fare notizia, io l’ho sempre pensata così”.
Nasce nel 1938, entra in Rai nel 1960 come inviato per le Olimpiadi, e viene assunto in pianta stabile solo nel 1976, a dirlo fa quasi ridere che in Rai non si fossero accorti bene chi fosse (o forse se ne erano accorti, visto che negli anni ’90 lo misero in naftalina dopo un’intervista a Fidel), ma la stessa cosa era già accaduta fra i giornalisti sportivi a Beppe Viola per anni, nessuno stupore.
Davanti alla Rai in Via Teulada lo incontrai un pomeriggio a passeggio una decina di anni fa, e non stava già bene, ma anche solo quello che ha fatto in questi ultimi 10 anni basterebbe per eguagliare tutti i giornalisti sportivi attualmente a busta paga di Mamma Rai.
Il suo più grande amore era per il Sudamerica e le sue infinite storie, con quel che ne consegue, da Fidel Castro a Maradona, passando per Toquinho, Vincius De Moraes e il Subcomandante Marcos, tutti intervistati in esclusiva, Diego addirittura dopo quel famoso Italia Argentina del San Paolo.
Poi Napoli, con Troisi e Pino Daniele, la sua intervista più divertente, rivedetela. Quindi il pugilato con Alì, ma anche Pietro Mennea, il grande cinema, la musica, e tanti personaggi di varia estrazione, Minà c’era sempre, antesignano di Paolini senza essere molesto disturbatore.
C’è una foto scattata a Roma negli anni ’80, che è estremamente simbolica della sua vita: dopo una cena da Checco il Carrettiere organizzata in un pomeriggio ci sono fuori dal locale lui, che ridacchia, Sergio Leone, Garcia Marquez, Alì e Robert De Niro, tutti che pendono come bambini dalle labbra di Alì e dei suoi racconti. A leggerli tutti insieme in effetti c’è solo da ridacchiare, solo a lui poteva riuscire una cena di quel tipo, anche perchè altri ci avrebbero fatto una trasmissione da 25 milioni di audience, altro che cena.
In quella trasmissione così divertente, Troisi gli disse che quello che invidiava a Minà era la sua agendina, dalla quale potevano uscire nomi e numeri di telefono di ogni tipo. Era vero.
In quegli anni di grandi trasmissioni Rai era il lato semiserio di quell’altro genio di Renzo Arbore, anche se passava le trasmissioni pomeridiane della domenica a cazzeggiare ridendo fra Gassman, Proietti e Celentano, pomeriggi vissuti fra giganti che all’epoca era normale vedere sulle reti pubbliche anche senza dover presentare libri o film.
Altri mondi, anche se la sua fissa era l’America Latina, e quando lo sentivi raccontare che un giorno era a Città del Messico con Montalban e gli arriva tramite un bambino un biglietto del Subcomandante Marcos che voleva incontrarlo è difficile credergli, anche se poi andò così.
Nel 1978 da inviato ai Mondiali in Argentiva venne espulso per aver chiesto a un capitano dell’esercito notizie dei desaparacidos, e uno dei sui libri si chiama proprio così,
In Rai non si vedeva più da 30 anni e pare incredibile aver sciupato un talento di quel tipo, che poteva dialogare con chiunque da pari a pari, senza alcuna piaggeria, e che soprattutto conosceva chiunque, come fosse Jeep Gambardella di quella grande festa che è la vita.
Ci lascia oggi un altro baluardo di una vecchia guardia che sta scomparendo, che nessuno delle nuove generazioni ricorderà e che per il quale nessuno ha fatto niente perchè sia ricordato. Eppure “non sei fregato veramente finchè hai una storia da raccontare e qualcuno a cui raccontarla” (Baricco), ed è per questo che Gianni Minà non sarà mai veramente fregato.
Ti sia lieve la terra Gianni.
Alessandro Tozzi

Articolo precedentePrimo girono di Skeet: bene Cassandro, Pittini e Maruzzo, gli altri inseguono
Prossimo articoloPesi, Mondiale youth, bronzo per Greta De Riso