Un’avventura alla quale è mancata solo la ciliegina sulla torta, questa in sintesi la settimana vissuta in Francia, alle pendici del Monte Bianco, da Giulio Rubini.

Il pilota di Este, dopo l’ultima apparizione nel 2019, tornava a calcare gli asfalti d’oltralpe debuttando in uno degli appuntamenti più sentiti, il Rallye du Mont Blanc – Morzine.

Sceso in campo con la sua piccola Peugeot 205 Rallye gruppo A, curata da Assoclub Motorsport e condivisa con Fabrizio Handel, il portacolori di Monselice Corse prendeva presto le misure ad un percorso particolarmente veloce e tecnico, inserendosi in terza posizione di classe A/E3 e nel Challenge Petites Cylindrées fin dal primo controllo stop del Venerdì.

La giornata metteva in risalto il patavino, sempre più a proprio agio nonostante i due soli passaggi di ricognizione previsti, che continuava a migliorare e si portava, al via dell’ultimo impegno di giornata, in seconda posizione di categoria, nel challenge dedicato alle piccole cilindrate ed al trentaduesimo posto nella generale, mettendo dietro vetture nettamente più performanti come le sorelle maggiori GTI millenove, alcune Porsche 911, Renault 5 GT Turbo e Ford Escort MKI per un inizio a dir poco sorprendente ed al tempo stesso gratificante.

Ma erano i poco più di ventidue chilometri e mezzo della “Montriond le Lac – Morzine” a mandare in fumo i sogni di gloria di Rubini, appiedato per un problema al differenziale.

“Onestamente non ci aspettavamo di poter andare così bene” – racconta Rubini – “e, consapevoli del valore dei nostri avversari, prendere un solo secondo al chilometro da gente che ha fatto cinque volte questa gara o che corre con maggiore frequenza di noi era già un grande risultato. Eravamo al via con la vettura più piccola del lotto e riuscire a mettere il naso davanti ad avversari con mezzi che già solo in rettilineo ci potevano bruciare è stato incredibile. Sull’ultima speciale siamo partiti in conserva, sapendo di aver ancora tutto il Sabato davanti a noi, ma un improvviso ed inaspettato guasto al differenziale ci ha costretti all’abbandono.”

Nonostante un risultato prestigioso mancato la gioia di Rubini, quella di aver vissuto una settimana ricca di emozioni nella tappa valida per il Championnat de France des Rallyes VHC, rimane intatta, potendo toccare con mano i tanti aspetti positivi rispetto alle gare nostrane.

“Il risultato non era la nostra priorità” – aggiunge Rubini – “perchè amo queste gare, ben diverse da quelle italiane. Due giorni, prove speciali molto lunghe e veloci e tante altre situazioni organizzative che sono avanti anni luce rispetto a quanto viviamo in Italia. Sulla terza speciale, con la nostra piccolina, viaggiavamo a quasi ottantacinque chilometri orari di media, figuratevi i primi del moderno. Trecentotrenta iscritti in tutto, organizzazione di alto livello. L’aver cenato assieme al mio idolo di sempre, l’amico Jean-Pierre Ballet, ha chiuso al meglio una settimana che mi ha fatto vivere intense emozioni. Grazie ad Assoclub Motorsport, a Manuel ed a Biagio. Grazie a Fabrizio, alla Monselice Corse ed a tutti quelli che hanno reso possibile questo mio ritorno in Francia. Tutti i piloti italiani, almeno una volta, dovrebbero provare ciò.”

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