di Alessandro Tozzi
Improvvisamente nel campionato italiano è riscoppiata la questione razzismo, una cosa nuova. Prima la squalifica della Curva Nord per i buuh a Lukaku, poi la chiusura dell’Udinese per i versi da scimmia a Maignan, che per protesta era uscito dal campo, interrompendo la partita.
Da più parti si levano grida, e forse anche qualche buh, verso quelle brutte curve razziste che dicono quelle brutte cose a quei bravi giocatori, nulla di nuovo sotto il sole, considerando che al Governo abbiamo un partito che ha fatto della lotta agli stranieri uno dei suoi elementi vincenti.
Però, c’è qualche però. Sgradevole forse, per chi ami puntare il dito e voltarsi dall’altra parte, quelli che a casa loro queste cose non succedono, mio figlio è un ragazzo modello, e poi lo trovi con le foto pedofile nel pc.
Partiamo dal caso Maignan, il più eclatante, anche perchè fatto nello stadio di un’Udinese che ha 7/8 giocatori nero pece, per cui chiamare scimmia il portiere avversario fa anche un po’ ridere, o forse rodere. Nessuno a Udine ha sentito niente, nessun buh, nessun ululato, stiamo parlando della parola di Maignan contro quella della polizia e di uno stadio intero; mentre c’è chi ha visto Maignan fare il dito medio (prima? dopo? chissà) alla curva dell’Udinese. E’ chiaro che se vuoi che il leone ti rispetti, non gli fai il dito medio prima di scendere nell’arena, e se glielo fai te ne assumi le responsabilità sotto ogni profilo, considerando che tu guadagni 5 milioni di euro per giocare e quelli pagano 20 euro per entrare, magari anche facendo sacrifici per andare allo stadio.
Il caso Curva Nord era scontato, appena ho saputo che Lukaku era approdato alla Roma non c’era quota per me sulla squalifica della Nord, sotto la quale pensavo che Lukaku andasse dopo un gol segnato, beccandosi insulti e bottigliette. Invece in quella partita Lukaku non tocca palla, letteralmente, se non con una rovesciata al 94mo finita fuori di 8 metri, per cui fossero stati buh nei suoi confronti dovevano essere assai particolari: di paura? di dileggio nei confronti del romanista? o forse d’altro?
Io che ero allo stadio francamente quei buh non li ho sentiti (o se li ho sentiti mi sembrava un sottofondo che nessuno sottolineava, quasi come un Kirie Eleison), e devo onestamente dire che Lukaku non ha fatto nulla per meritarli come accaduto altre volte per giocatori di colore, che se commettono qualche sgarbo vengono fischiati con dei buh perfino se italiani come Balotelli.
Buh che qualche settimana fa la Curva Nord aveva riservato perfino ad Acerbi, reo di aver litigato con la Curva: se fosse stato un giocatore di colore saremmo andati sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo per razzismo, mentre così non lo sa nemmeno la famiglia di Acerbi, che lui ha paura di fari brutta figura a casa…
Il ricorso della Lazio è stato rigettato, tutta la Curva verrà chiusa per la prossima partita, la chiusa della decisione immagino sia Lazio merda, inutile far finta di niente se siete razzisti, se anche non lo avete fatto per bene vi stiamo punendo per quello che avete fatto prima e per quello che farete dopo. E forse anche per l’intenzione di farlo, come nel calcio.
La situazione in qualche modo va risolta, perchè tacciare la Lazio (o altri, in maniera ovviamente assai minore rispetto a noi) di razzismo è esercizio di una banalità ormai sconcertante, in un mondo della tifoseria dove il buh è generalizzato, come lo sono i neri nelle proprie squadre, e segnala per l’appunto non una situazione di razzismo, ma un’attenzione particolare nei confronti di un avversario, che si tratti di paura, di risposta a uno screzio o di vecchi rancori mai sopiti.
Purtroppo il benpensantismo imperante parte dai film politically correct e finisce girandosi dall’altra parte quando ci sono da affrontare problemi concreti che la priorità è quella di scegliere la tappezzeria buona del divano di casa, esige carne viva da cuocere, a chi tocca tocca, ed è comodo prendersela con quei buzzurri dello stadio (esclusi parenti stretti ovviamente), a che sporcano l’immagine dell’Italia nel mondo, che senza di loro sarebbe ancora una nazione meravigliosa nella quale vivere passando i pomeriggi da un bagno turco a una sauna.
E allora giochiamo in stadi vuoti, i tifosi si collegheranno tutti da casa e sarà permesso loro solo l’audio in entrata ma non in uscita, cosa che sarà permessa a quelli che si comportano bene, i tifosi di elite.
Entriamo definitivamente nel terzo millennio prendendo atto che se tu dici nero a un nero quello esce dal campo facendo il dito medio alla curva, e se dici bianco a un bianco sei matto, mentre se gli dici che la moglie sta scopando a casa scateni l’ilarità della curva; se dici ebreo a un giocatore quello esce piangendo, mentre se gli dici palestinese deve chiedere l’aiuto da casa per capire che gli hai detto.
Squalifichiamo il calcio. Per intero. Chiudiamo tutto, stadi, televisioni, chat dei giornali, facebook, perfino i bar dove c’è il corriere dello sport in bella vista, basta con questo piattume becero.
Così poi veramente ammazzate mogli e suocere a casa…

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