News.Superscommesse.it ha raggiunto in esclusiva Maurizio Ganz. Pronto a ripartire dopo aver a lungo allenato il Milan femminile, in questo estratto dell’intervista l’ex centravanti parla della sua esperienza alla guida delle calciatrici rossonere e del nuovo Milan di Fonseca.
Nella tua gestione del Milan femminile è stato fatto il massimo in campionato e bene nelle coppe, considerando che la squadra non è mai stata la più forte. Dopo il tuo allontanamento le cose non sono migliorate e ora inizierà un nuovo corso con Suzanne Bakker in panchina e una rosa molto rinnovata: Bergamaschi e Thomas sono andate alla Juve, Fusetti si è ritirata, Dubcova e Guagni via a parametro zero. Si ripartirà da Grimshaw, giocatrice che proprio tu hai valorizzato cambiandole anche ruolo, come nuovo capitano. Un ciclo si stava esaurendo e forse si sarebbe potuto farlo insieme. Cosa c’è nel futuro di Ganz?
“L’amarezza c’è perché il lavoro fatto insieme al mio staff è stato molto buono. Non abbiamo mai potuto disporre di una squadra costruita per vincere. La società ci aveva chiesto di fare il meglio possibile e credo che ci siamo riusciti. Tre terzi e un secondo posto parlano da soli, così come la qualificazione per la Champions League quando ancora accedevano due squadre dalla Serie A. Per non parlare della finale di Coppa Italia nel 2020 contro la Roma, persa ai rigori dopo aver dominato. Purtroppo, non c’è mai stata la possibilità di lottare per vincere. Io pensavo che il progetto della società fosse questo, ma non si vince solo perché ci si chiama Milan. La Juventus, che ha dominato per anni, ha investito tanto; la Roma, che lo fa oggi, ha preso schiaffi per anni prima di svoltare.
Per quanto mi riguarda sono orgoglioso del lavoro svolto. Siamo sempre stati davanti a formazioni come Sassuolo e Fiorentina, oltre all’Inter, che abbiamo battuto in 9 derby su 13. Inoltre, tante ragazze sono state valorizzate. Penso a Piemonte, che l’anno scorso ha segnato 19 gol tra campionato e Coppa Italia, o a Thomas e Giacinti, che non hanno più ripetuto i numeri avuti sotto la mia gestione. E penso a Grimshaw, che ho reinventato come interno di centrocampo e che proprio in quel ruolo si è affermata a livello internazionale diventando titolare fissa nella Scozia. Il futuro non so cosa mi riserverà. Il mio sogno, da tifoso rossonero, era quello di vincere lo scudetto da allenatore dopo averlo fatto da giocatore. Non esserci riuscito, ma soprattutto non averne avuto la possibilità, è una grossa delusione”.
Cosa pensi invece dei movimenti del Milan? In tanti pensano che le vere rivali dell’Inter possano essere Juventus e Napoli. Eppure le idee sembrano essere buone. Pavlovic può dare solidità alla difesa e Fofana può proteggerla. Morata, invece, sembra il giocatore ideale per esaltare il gioco degli esterni. L'”incognita”, se così si può dire, potrebbe essere proprio Fonseca? I tifosi si aspettavano una scelta di profilo diverso dopo Pioli.
“Si è deciso di iniziare un progetto nuovo e l’allenatore merita fiducia. Fonseca non è referenziato? Alla fine, che si abbia un palmares ricco o meno, l’ultima parola è sempre quella del campo. (…) Come hai osservato, sul mercato stanno andando a rinforzare i ruoli chiave nei quali la squadra era carente. Morata e Pavlovic sono colpi importanti, ma mi aspetto ancora qualcos’altro per cercare di infastidire l’Inter. La cosa importante, a mio avviso, è che l’allenatore abbia a disposizione un attacco con almeno quattro o cinque giocatori di livello, cosa che non è sempre avvenuta negli ultimi anni. È giusto affidarsi a Leao che è un giocatore eccezionale, ma da solo non può bastare e del resto sarebbe sbagliato caricarlo di troppe responsabilità (…)”.
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