Zlatan-Ibrahimovic
Zlatan-Ibrahimovic

di Alessandro Tozzi

Non ho bisogno del Pallone d’Oro per sentirmi il migliore: e nello scriverlo mi sembra di sentire la sua voce cavernosa che lo dice .
Lascia oggi il calcio Zlatan Ibrahimovic, classe 1981, dopo 25 anni di calcio giocato, con 866 partite giocate e 511 gol, più 62 gol in Nazionale in 122 partite.
Carriera longeva e frastagliata la sua. Cresce nel Malmoe, si afferma nell’Ajax dove lo va a pescare la Juve di Capello nel 2004, che nel biennio in cui lo allena sostiene di avergli insegnato a calciare, visto che quando è arrivato a Villar Perosa la porta non la prendeva mai.
I noti fatti della Juve del 2006 lo portano all’Inter, dove vince 3 scudetti, ma Mourinho nel 2009 lo manda al Barca per prendere Eto’o, sostituendolo con Milito, finendo col vincere la Champions dopo aver battuto in semifinale proprio il Barca, dove Ibra non si ambientò mai, litigando con Guardiola che riteneva il suo gioco non adatto allo svedese.
A 29 anni si lascia tentare dal Milan, dove vince subito lo scudetto segnando 42 gol in 2 anni.
La crisi economica milanista lo porta a 31 anni alla corte del Psg insieme a Thiago Silva, per cercare di portare la squadra francese in cima all’Europa, cosa che nei 4 anni di Francia, con 156 gol in 180 partite, non gli accadrà mai, per diverse vicissitudini.
Altro giro altro regalo, si va a 35 anni allo United con Mourinho, ma solo per un anno e mezzo, anche per colpa di un grave infortunio.
A 37 quella che sembra la svolta di fine carriera, l’arrivo ai Gakaxy di Los Angeles, con 53 gol in 58 partite.
A 39 anni il colpo di scena, il ritorno a Milano, dove per un paio d’anni ancora se la comanda, aiutando il Milan a vincere il suo ennesimo, ed insperato, scudetto nel 2022.
Oggi il saluto, con tanto di lacrimuccia, anomala per un duro come lui.
In carriera vince 14 scudetti, compresi i 2 della Juve revocati, ma nessuna Champions, sua personale criptonite, anche se in Europa in effetti vince solo una Europa League allo United e una Supercoppa col Barca. Infiniti i suoi record, impossibili da citare tutti, anche se quello dei 14 scudetti (14 sul campo, per la precisione) in un numero così alto di squadre diverse è quello che balza all’occhio.
Il giocatore è stato straordinario, per tecnica, temperamento, longevità e fisicità, un mix di potenza e classe; suoi alcuni dei gol più belli di questi 20 anni, da una rovesciata da 30 metri in una partita Svezia Inghilterra a un gol di tacco con la gamba a un metro di altezza col Psg, e un paio assurdi coi Galaxy, uno in torsione su lancio da metà campo, l’altro con una botta da 40 metri di controbalzo.
Aveva soluzioni infinite, un tiro potente e il colpo di testa ma anche un dribbling da virtuoso, e considerando la sua fisicità certamente non era facile. Gli è mancata la fortuna in Nazionale, visto che con la sua Svezia ha partecipato a un Mondiale e un paio di Europei, senza lasciare il segno, se non per un gol di tacco a Buffon nel 2004.
Il carattere è noto e probabilmente gli ha consentito di stare nel calcio per 20 e passa anni ritenendosi il migliore di tutti, senza preoccuparsi nemmeno di chi fossero gli altri.
Queste alcune delle sue perle.
Sono il settimo giocatore più forte del mondo. Forse tra dodici anni sarò il sesto.
Ibra ti fa vincere campionati, non Gesù (a Nicola Legrottaglie)
Se avessi praticato professionalmente il taekwondo, avrei vinto l’oro alle Olimpiadi
Io sono come Cassius Clay. Quando annunciava di voler battere il suo avversario in quattro riprese, lo faceva
Perché essere normali quando si può essere il migliore?
Io sono Zlatan, voi chi cazzo siete?
Milano non ha mai avuto un re. Loro hanno un DIO.
Ad Ancelotti: “Credi in Gesù Cristo?”. “Sì”, rispose Carletto. “Allora credi in me, e rilassati”
Una cosa è sicura: una Coppa del Mondo senza di me non merita di essere seguita
Se Parigi rimpiazzasse la Tour Eiffel con la mia statua, rimarrei di sicuro
Non ho comprato una Porsche, non è vero, ho comprato un aereo, si fa prima
Voi parlate, io gioco (ai giornalisti)
C’è qualcosa tra me e Piqué? Portami tua sorella e vedrai.
Veni, vidi, vici. Grazie Galaxy per avermi fatto sentire di nuovo vivo. Ai tifosi dico: volevate Zlatan, vi ho dato Zlatan. Ora tornate pure a vedere il baseball.
Non lo vedremo più sui campi di calcio, come ormai avviene da circa un anno e mezzo, ma Ibra rimane giocatore unico per le sue caratteristiche tecnico-fisiche e per il suo carattere completamente folle.
“Zlatan è il migliore. Quando eravamo compagni di squadra alla Juve spesso dormivamo nella stessa camera dopo le partite. Una volta, nel cuore della notte, si è svegliato e, agitato, si è messo a urlare: “Adi, sveglia! Ho avuto un incubo. Ho sognato che Ronaldo era più forte di me!” Ho cercato di tranquillizzarlo ed è riuscito a riaddormentarsi solo quando gli ho detto: “No, Zlatan, no! Tu sei il migliore al mondo. Calmati…” (Adrian Mutu)
No, non ci sarà mai un altro Ibra come l’originale.
E in fondo voi, chi… siete?

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