“Ho trovato un muro di gomma e all’inizio facevo fatica a credere. Ero sempre lì in quel circolo a curare gli animali come veterinaria. Oltre a mia figlia, a raccontare degli abusi, ci sono state altre 7 bambine delle quali la più piccola di 4 anni. La mia denuncia è del 2019, ma i comportamenti di questo ragazzo (il pedofilo, ndr) erano noti dal 2016”. A parlare è Michela Zambelli, mamma di una bambina che ha riferito di abusi e molestie nel circolo equestre Fise che frequentava in Lombardia quando aveva 9 anni. Cofondatrice dell’associazione Giacomo Fornasier, che ha acceso la luce sui numerosi casi di denunce di abusi sui minori nell’ambito degli sporti equestri, oggi in conferenza stampa alla Dire, moderata dal giornalista sportivo Rolando Luzi, alla presenza di numerosi relatori, esperti e personalità del mondo equestre, ha denunciato il comportamento ‘ambiguo’ della giustizia sportiva e le omissioni, come le ha descritte, della Fise.

Accanto a lei Lorella Tempia, presidente della stessa associazione nata alla memoria di suo figlio Giacomo, mamma dei fratelli Fornasier, anche loro vittime di abusi per anni. In occasione della conferenza stampa, a cui è stato invitato il presidente della Fise, Marco Di Paola (che ha declinato), la signora Lorella ha voluto mostrare alla stampa e ai presenti tutte le prove del calvario vissuto per ottenere che la Federazione, dopo le condanne arrivate dalla giustizia italiana, fermasse e impedisse che il pedofilo dei suoi figli non potesse fare del male ad altri bambini.

Sullo schermo, nella sala della conferenza stampa, è stata proiettata la sentenza che ha radiato l’istruttore pedofilo dei fratelli Fornasier, D.B., dalle scuole e dai circoli equestri.

“Ho scoperto che il pedofilo radiato nel 2016- ha spiegato Lorella Tempia- era in una scheda proprietario di cavalli nel 2018, come poteva esserlo?” e ancora ha mostrato una scheda di società di un club ippico “che risultava di proprietà del pedofilo. Non era mai stato bloccato dal 2014: non aveva affiliazione, ma aveva 8-9 cavalli”. E come se non bastasse ha mostrato la scheda di un’altra cavalla del pedofilo, che “risulta tesserata fino a gennaio 2023. Come è possibile?”, ha domandato ancora.

Tutti questi documenti, ha spiegato, “sono stati consegnati al Coni per chiedere il commissariamento della Federazione” che peraltro è uscita dalle recentissime elezioni presidenziali nazionali con polemiche e ricorsi, con tanto di blitz delle Forze dell’ordine nella sede dello scrutinio del voto.

“Ho scoperto che il pedofilo continuava a lavorare- ha dichiarato la mamma dei Fratelli Fornasier, denunciata dal presidente Di Paola per diffamazione e molestie- ho chiesto una mediazione, ma c’è stata la mancata adesione della Fise”: altro documento mostrato in conferenza stampa.

E’ stata proiettata anche “la scheda del nuovo tesseramento nel 2022 del pedofilo. Dicono dovuto a un disguido del programma di tesseramento, un software che è costato 360mila euro”, ha aggiunto la presidente dell’associazione Giacomo Fornasier.

Dulcis in fundo: “Ci sono 8-9 cavalli intestati al pedofilo, l’ho segnalato al Coni il 17 marzo 2024 e al 24 marzo 2024 la scheda risultava bloccata improvvisamente, dal 2019”, come ha mostrato con i video. “Come mai?, Perché si è permesso a un pedofilo di lavorare ancora?”, ha chiesto Lorella Tempia. “I radiati devono riapparire sul sito federale”, ha richiesto intervistata dalla Dire.

Anche il pedofilo della figlia di Michela Zambelli è stato “condannato a 5 anni, con pena ridotta in appello a 3 per molestie e non è ancora in galera- ha spiegato- pochi genitori genitori hanno denunciato e io sono stata l’unica ad arrivare in Cassazione. Quando il pedofilo non era ancora radiato- ha raccontato- hanno impiegato due anni per sospenderlo e ci sono state interferenze nelle indagini, il vicepresidente del circolo arrivò a scrivere al pm”, tutto questo mettendo a rischio altri minori, come hanno sottolineato le due mamme.

“Sono stata anche denunciata per diffamazione- ha spiegato alla Dire- per aver detto che c’era una connivenza del circolo ippico che ha coperto per tre anni le malefatte del singolo o tutte queste bambine non sarebbero stato molestate quando già nel 2016 il presidente del circolo era stato informato di alcuni fatti. A giugno sono stata assolta da questa accusa”.

“Ho denunciato il circolo per connivenza e sono stata archiviata- ha spiegato ancora- mi sono opposta e il giudice ha accolto la nostra opposizione”. Addirittura nel caso della signora Zambelli il “procuratore federale ha vietato l’accesso al processo federale che avviene a porte chiuse e ha chiesto di interrogare mia figlia a 9 anni via Skype, in presenza dell’istruttore e del presidente del circolo. È assurdo e l’ho segnalato al presidente Fise, a Malagò, al procuratore generale, ma non ho avuto alcuna risposta”.

Ai sensi di una normativa europea, proprio a tutela dei minori e a scongiurare casi di questo tipo, da dicembre prossimo dovrebbe essere introdotta la figura del safe-guarding: una figura di garanzia a tutela degli allievi e dei bambini e della salvaguardia del codice etico nel circoli. Maria Stella Grazioli, psicoterapeuta e perito del caso dei fratelli Fornasier, ha ribadito come non basti avere il casellario giudiziale pulito per esercitare questo tipo di ruolo: “Avrà i requisiti necessari, in termine di formazione e di sensibilità?”, ha osservato. E ha letto come, ai sensi di quanto previsto dalla Fise in assenza di indicazioni più stringenti, potrebbe essere anche un presidente o un membro del Consiglio direttivo di un circolo a rivestire questa carica: il che equivarebbe a non dare garanzia di equità come le denunce e i casi delle due mamme hanno mostrato.

Duccio Bartalucci è tornato a sostenere infatti, intervenendo in conferenza stampa, la necessità di una figura terza come nel sistema statunitense.